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Io & Marilyn
Gualtiero Marchesi è un “riparatore” di piscine col cuore spezzato e una figlia adolescente. La moglie gli ha preferito il circo e il magnetico Pasquale, napoletano verace, impavido tiratore di coltelli e domatore di una tigre mansueta. Confortano le sue sere vuote e le sue malinconie piene una coppia di amici gay, pasticcieri pasticcioni con cui improvvisa una seduta spiritica ed evoca lo spirito di Marilyn Monroe. La bionda diva non si farà attendere e apparirà fantasma carnale a colui che l'ha invocata col cuore. Comincia così un'inedita convivenza tra Gualtiero e la diva americana, romantica e generosa dispensatrice di consigli sentimentali. Ispirato dalla sua bellezza e dalla sua malia, Gualtiero proverà a riconquistare la sua compagna tra gonne bianche sollevate da un soffio e sotto un cielo di stars.
Come Tom Ewell, redattore con prole e la moglie in vacanza, Leonardo Pieraccioni, addetto alla manutenzione delle piscine e la moglie al circo, ha una bionda in casa e Marilyn Monroe nella doccia. Il Pieraccioni innamorato e piantato di Io e Marilyn frequenta il piano terreno della commedia, infilando per la prima volta il primo piano del (melo)dramma e quello surreale del fantasy. Nella sua Toscana, battuta dai cicloni, accesa dai fuochi d'artificio e frequentata assiduamente da principi e pirati disposti a eccitanti grullate, appare un fantasma biondo che ha i contorni morbidi e auratici di Marilyn Monroe. Icona depositata nel cuore del nostro immaginario collettivo, la visione della diva che trattiene l'abito sollevato dal soffio della metropolitana non ha mai smesso di tormentare il comico toscano, che la coglie nella sua candida levità a dispetto della sua piena carnalità.
Dentro a un plissé altrettanto candido la sosia inglese di Marilyn è la magnifica proiezione del Gualtiero di Pieraccioni, ragazzo di provincia ormai maturo, che contrappone al pretenzioso capitale di virilità dell'antagonista la produttività del lavoro e la pienezza del sentimento. Pieraccioni sembra finalmente individuare un personaggio credibile sia nelle sfumature umoristiche sia nel destino tragico(mico).
Intorno a lui pulsa e si agita un piccolo mondo che si avvale, altra bella novità, della pregnanza dei personaggi secondari: l'allucinato Arnolfo di Rocco Papaleo, il domatore indomabile di Biagio Izzo, il pasticciere possessivo di Laurenti, il maresciallo sregolato di Pannofino. Limando la trivialità e la toscanità, l'accumulo e la ripetizione dei clichè, il regista fiorentino rimanda il trionfo del suo eroe piccolo piccolo e punta sulla grazia e l'incanto della sua visione: una donna e un'attrice geneticamente disposta alla malinconia.
La Marilyn di Suzie Kennedy è allora il morbido muro sul quale rimbalza la fragilità del comico e il suo desiderio di essere moderatamente felice. Seduto accanto a una stella su un pontile o a una fermata d'autobus.
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