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Hatchet streaming


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Tra i filoni dell’horror, lo slasher è uno di quelli che vanta il maggior numero di titoli, soprattutto se si considerano i film usciti negli ultimi trent’anni. Dai tempi di Venerdì 13, uno dei capostipiti (recentemente oggetto di un remake di successo), le caratteristiche non sono cambiate molto: un assassino spesso mostruoso, armi prevalentemente da taglio e un bel gruppo di vittime designate dal comportamento spesso irritante per la pochezza del tasso intellettivo che tradisce. La storia di solito è estremamente lineare e la fantasia è semmai riservata all’ideazione di omicidi il più possibile spettacolari. I tempi d’oro dello slasher sono passati, ma, dato che un certo pubblico di affezionati non manca, continuano a prodursi nuovi esemplari. Hatchet è uno di questi, con una storia molto tipica, ma con l’ambizione di proporre qualche minima variante e un’ambientazione diversa dal solito (le pittoresche paludi della Louisiana).
A caccia di coccodrilli, nella palude di notte, il vecchio Sampson e il figlio Ainsley vengono macellati da uno sconosciuto. La festa del Mardi Gras a New Orleans diverte tutti, tranne Ben), sfigato nerd appena abbandonato dalla fidanzata. Con il riluttante amico Marcus, Ben preferisce imbarcarsi in uno sgangherato giro notturno in battello nella palude, finalizzato a visitare i luoghi maledetti della zona. Il gruppo di turisti è variegato: tra loro c’è anche Marybeth, sorella di Ainsley, alla ricerca dei familiari scomparsi. Il battello naufraga nella zona dove si trova la casa del defunto Victor Crowley (Kane Hodder), ragazzo deforme ucciso accidentalmente dal padre. La leggenda vuole che il fantasma di Victor aleggi nella zona.
L’intento del film è chiaramente quello di unire brio, battute e gore, secondo una vecchia formula che qui non funziona. I personaggi sono delle macchiette poco divertenti rese ancor meno efficaci da attori poco convincenti. La storia è fritta e rifritta, senza sorprese. Il tentativo di aggiornare il format degli slasher anni ‘80 manca di incisività e l’introduzione di un nuovo “cattivo” col solito background di ingiustizie passate non migliora la situazione. Resta il gore e qui le cose vanno meglio. Nella seconda parte, quando il mostro - efficacemente interpretato da Kane Hodder già Jason in numerosi film della serie di Venerdì 13 - entra in scena, il film si movimenta e gli effetti speciali “sanguinari” sono realizzati piuttosto bene (anche dallo specialista John Carl Buechler).
Peccato che le vittime si comportino in modo ancora più idiota del solito, riducendo l’impatto drammatico e spettacolare delle malefatte del feroce Victor. Classico sottofinale a richiamare ancor più la formula e lo schema dell’horror anni ‘80. Simpatico il cameo di Robert Englund che di quel cinema - anche se della variante più “alta”, con la serie di Nightmare - è stato uno degli emblemi. Si capisce che l’intento di Adam Green è quello di omaggiare con un certo affetto i classici dello slasher, ma il risultato è raggiunto solo in piccola parte.

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