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Antica Cina, un gruppo di banditi trafuga le spoglie di un monaco buddista, durante l'operazione una di loro (Pioggia Fine), tradisce e scappa con le suddette spoglie che, si dice, abbiano misteriosi poteri curativi. Dopo il furto si incontra con un monaco che ha amato, il quale le mostra la futilità del suo gesto e nel farlo muore, pentita la donna nasconde il bottino e si fa operare per cambiare volto e dimenticare quella vita. Nel villaggio dove va a nascondersi incontra un uomo semplice, che a fatica conquista un posto nel suo cuore e al quale non rivela nulla del suo avventuroso passato. Intanto gli altri membri della banda continuano a cercarla e, a seguito di una rissa in cui Pioggia Fine e' accidentalmente coinvolta, scoprono la sua presenza nel villaggio. Ora sta a lei proteggere se stessa e il suo nuovo amore fino all'inevitabile scontro finale.
John Woo e' il nome altisonante della pellicola ma in realtà e' solo co-regista, come indicano i titoli di coda, di un film principalmente di Su Chao-Pin, e si vede, perché del regista premio alla carriera a Venezia c'è poco oltre una trama centrata su elementi a lui familiari (il doppio, lo svelamento, la transitorietà dell'identità personale, la lotta per l'onore e la presenza dell'ospedale, o comunque della medicina, come punto di svolta delle trame). Il resto, considerando la mano pesante di Woo nel dirigere e un precedente in costume come Red Cliff, sembrerebbe imputabile a Su Chao-Pin.
Non e' un caso quindi che, nonostante una storia che mette in ballo elementi sufficientemente universali, manchi totalmente il senso d'eroismo e d'epica o la dialettica tra un bene e un male assoluti in grado di dare vita alla complessità della realtà. Reign of assassins è quindi un wuxiapan con pochi guizzi (nemmeno la presenza di Michelle Yeoh compie il miracolo), molte consuetudini del genere, colpi di scena finali ampiamente prevedibili ma anche uno svolgimento solido e scorrevole. E se dunque non brilla nè per magnificenza, nè per opulenza, sfarzo, estetica o tutte quelle caratteristiche che hanno reso famosi negli ultimi anni i film di questo genere anche in occidente, è sicuramente un'opera piacevole. Buona per un cineasta qualsiasi ma insufficiente per un maestro.

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