Amici miei in streaming
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Il film ruota intorno al racconto delle trovate goliardiche con le quali 5 amici cinquantenni, nella Firenze a cavallo degli anni '60 e '70, cercano di prolungare lo stato felice della propria infanzia, fuggendo le responsabilità ed i tormenti della vita adulta.
Il conte Raffaello Mascetti è il celebre personaggio interpretato da Ugo Tognazzi nella famosa trilogia “Amici miei” ideata dal genio di Pietro Germi. Lello, come viene chiamato affettuosamente dalla moglie, è un nobile decaduto che, dopo aver scialacquato due eredità (la sua e quella della moglie), è costretto a vivere in uno scantinato. Ciononostante non ha perso l'inimitabile umorismo che caratterizza la sua persona. È l’inventore della cosiddetta “supercazzola” uno scioglilingua che ha lo scopo di confondere l’interlocutore mettendolo in difficoltà. Alcuni esempi tratti dal film “Amici miei”: “Tarapia tapioca come se fosse Antani con la supercazzola prematurata con scappellamento a destra” “..sempre se a posterdati non si interpone uno scappellamento prematurato che potrebbe antropomorfizzare il tutto e rendere la cosa incomprensibile...GIUSTO?!?!?” Guidato dagli istinti si fa trascinare nel ramo della lussuria tradendo molteplici volte la povera moglie con varie amanti. Il Perozzi (voce narrante del film, interpretato da Philippe Noiret) è un redattore capo di cronaca che cerca di sfuggire la disapprovazione che gli riversano contro quotidianamente il figlio e la moglie, tradendo quest'ultima. Il Melandri (Gastone Moschin) è un anonimo architetto alla perenne ricerca di una donna, per la quale sarebbe anche disposto ad abbandonare i suoi tre amici, salvo ravvedersi all'ultimo momento. Il Necchi (Duilio Del Prete) è invece un barista ed è proprio nel suo locale con annessa sala biliardo che prendono vita le zingarate alle quali lui stesso partecipa puntualmente. Ai quattro amici di sempre si aggiunge, nel corso della narrazione, il professor Sassaroli (Adolfo Celi) un brillante primario ospedaliero annoiato dalla professione il quale diventerà in breve uno dei pilastri del gruppo e sotto la cui spinta le bravate prenderanno nuova vitalità.
La vita dei cinque goliardi sembra snodarsi quotidianamente nella sola annoiata ricerca dello scherzo e del divertimento quando irrompe sulla scena la morte improvvisa di uno dei membri del gruppo. Il riso e il pianto, l'ironia e l'amarezza vivono una commistione perfetta che raggiunge l'apice nella scena finale, quando i quattro superstiti, pur piangendo il compagno morto, trovano egualmente lo spirito per mettere a segno una nuova zingarata, in una vena dissacratoria che rimane inarrestabile e che arriva a sbeffeggiare e ridicolizzare anche la morte. Il finale, anche se non esattamente "lieto", lascerà comunque un sorriso velato di amarezza sulla bocca degli spettatori.
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